Saper vedere il mondo
Promuovere comprensione, espressività ed impegno degli studenti attraverso la video etnografia e la ricerca partecipata
A great wealth of visual information emanates from all natural events.
Hockings, Paul. Principles of Visual Anthropology
La scuola è nata e si è sviluppata attorno al linguaggio scritto, al quale assegna il massimo valore. Tuttavia, già negli anni Sessanta (Gombrich 1961) si rilevava come il mondo stesse diventando progressivamente più visivo che verbale. Oggi, i testi nella realtà quotidiana sono in molti casi oggetti ibridi, dove il linguaggio (sia esso scritto o parlato) si accompagna a immagini, fotografie e audiovisivi che, grazie alla miniaturizzazione dei dispositivi di registrazione, hanno occupato spazi e funzioni un tempo ad essi preclusi, dando vita a una pletora di multimodal ensembles (Serafini 2014). In questo contesto l’istituzione scolastica si è trovata nella necessità di sviluppare un quadro teorico, curriculare e pedagogico cui attingere per sostenere in modo efficace “tomorrow’s curators, producers, and designers of information” (Floridi 2014). Inoltre, affinché gli insegnanti possano supportare gli studenti, si trovano essi stessi nella necessità di acquisire maggiori competenze e sviluppare conoscenze adeguate, poiché l’aspetto “visivo” del nostro mondo non si manifesta unicamente nei media visivi; piuttosto, esso pervade attivamente la nostra vita quotidiana (Pauwels & Mannay, 2020).
Prendendo le mosse da questa premessa, lo scenario educativo “Saper vedere il mondo”, è stato progettato combinando strumenti e pratiche di media education con pratiche di video etnografia e videomaking partecipativo. In particolare, gli obiettivi formativi sono stati selezionati dal MIEF – Media and Intercultural Education Framework (Ranieri & Fabbro, 2019), che unisce l’educazione ai media con gli studi critici interculturali. Tale framework è stato concepito come uno strumento teorico-metodologico, in grado di supportare i docenti nella messa a fuoco degli obiettivi formativi di percorsi mediaeducativi e interculturali, declinandoli nelle tre dimensioni di “comprensione”, “espressione” e “coinvolgimento”.
Il percorso ha una impostazione induttiva e un’ambizione maieutica. Gli studenti, individualemente e in piccoli gruppi, sono stimolati a pianificare una propria ricerca visuale (nel quadro generale di una domanda di ricerca collettiva del gruppo-classe) che ha come scopo l’indagine dei bisogni di un soggetto. Attraverso una serie di assegnati con livello crescente di complessità, sono invitati a elaborare contenuti visuali, secondo un modello di videomaking partecipativo. Il videomaking partecipativo e l’autorialità multipla, attraverso la giustapposizione di angoli di osservazione leggermente diversi, è dunque adottata quale piattaforma per la rappresentazione di una varietà di prospettive sul tema dei bisogni umani e dell’identità.
A conclusione dell’attività, si arriverà a comporre un video ritratto della persona, includendo in esso configurazioni filmiche quali l’”intervista” e il “b-roll”.
Lo Scenario di Apprendimento è stato sviluppato dall’Università di Firenze, Dipartimento di Scienze dell’Educazione, Lingue, Interculture, Letterature e Psicologia (FORLILPSI) a Firenze, Italia. Quest’opera è distribuita sotto la licenza Creative Commons Attribuzione-NonCommerciale 4.0 Internazionale (CC BY-NC 4.0).